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A2 > IL POTERE DEL CORPO E DELLA FISIOLOGIA PER GESTIRE LE EMOZIONI IN CAMPO

Oggi parliamo con la nostra Mental Coach, Silvia Rizzi, della connessione tra mente e corpo nella gestione delle emozioni.



Come hai iniziato a esplorare la connessione mente e corpo come Mental coach?

Ho iniziato ad esplorare il legame tra mente e corpo prendendo spunto dalla saggezza di figure come Ippocrate e poi il neurologo Schultz, ideatore del Training Autogeno, tecnica che utilizzo da anni ormai con gli atleti che seguo. La loro convinzione che il ben-essere dovesse considerare la persona nella sua totalità mi ha ispirato a comprendere e approfondire come corpo e mente interagiscono.


Una volta ci hai detto che non viviamo le emozioni, ma le creiamo attraverso i nostri pensieri. Come possiamo allenare la mente in questo contesto?

Esatto. La consapevolezza è la chiave. Possiamo allenare la mente a gestire le emozioni e creare il cocktail biochimico più utile attraverso la consapevolezza dei nostri pensieri. Riconoscere il potere che abbiamo nel plasmare la nostra esperienza emotiva è il primo passo. Noi non viviamo le emozioni: noi creiamo le emozioni.


Passiamo al ruolo del corpo. Come influisce la postura sulle emozioni e sulle prestazioni?

Il corpo è un veicolo potentissimo per influenzare le emozioni. Osserviamo come la postura rifletta il nostro stato emotivo. Ad esempio, quando una squadra sta perdendo una partita mediamente negli atleti il respiro è corto, le spalle curve, gli occhi guardano in basso e nel vuoto. Ma possiamo anche invertire questo processo: assumendo posture aperte, diciamo alla mente, ad esempio, di preparare un cocktail biochimico diverso e più funzionale, anche se in campo le cose si mettono male.



Spesso si sente parlare di "power pose". In che modo gli atleti possono utilizzare consapevolmente il corpo per influenzare lo stato emotivo?

Esattamente, la "power pose" è un esempio eloquente. Gli atleti utilizzare gesti specifici per modulare il proprio stato emotivo ed inviare segnali positivi al cervello. Questi piccoli gesti possono fare una grande differenza.

A tal proposito sono interessanti gli studi della dottoressa Amy Cuddy.

Il suo Ted Talk dal titolo “Your body language may shape who you are”  è tra i più visti di sempre. Il linka al video è qui sotto.



È stato dimostrato che la postura influisce sulle impressioni che si danno agli avversari e influisce persino sulle prestazioni sportive.

Un noto test mostra che i partecipanti che avevano assunto la "power pose" prima di un colloquio di lavoro sono stati scelti più spesso rispetto a coloro che avevano assunto una posizione da perdente. Questo sottolinea quanto la postura possa impattare sulle scelte degli altri e sul nostro successo.


In conclusione, cosa vorresti dire agli atleti e alle atlete della nostra società riguardo al potere del corpo nella gestione delle emozioni?

Voglio dire loro di considerare il corpo come uno strumento potente per cambiare le sensazioni che provano. Possiamo allenarci a modulare la "fisiologia corporea" per ottenere risultati positivi in campo. Se in alcune situazioni agonistiche può essere sfidante gestire la qualità dei pensieri, iniziamo a gestire il corpo, ricordando sempre che mente e corpo sono in connessione.


Ringraziamo Silvia Rizzi per questi spunti di riflessione e di allenamento mentale.


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