Era un appuntamento con la storia quello di sabato 1 giugno per il settore giovanile maschile Rhodigium e per il movimento cestistico rodigino, nel raccontare questo storica occasione possiamo solo dire una cosa, ne è valsa la pena.
Sono sabato 1 giugno e domenica 2 giugno i giorni designati dal settore tecnico FIP per gli 8 concentramenti interzona U19 Gold che qualificano alla finale nazionale di Cecina il 15-16 giugno.
Entrati come Veneto 4 l'avversaria designata era il Basket Gallaratese, entrata nel tabellone come Lombardia 3, nel contesto mistico del Pala Macchia di Livorno, campo su cui si è fatta la storia della nostra pallacanestro giovanile senior e teatro di eventi storici come la discussa G5 tra Livorno e Milano con il mai sopito ricordo del canestro buono o meno di Forti, la cui maglia nel bar del Pala Macchia è esposta e guardata da chiunque entri con quasi religioso rispetto.
Ma torniamo a noi, partiti post pranzo dopo un viaggio tranquillo e depositati i bagagli negli alloggi per la notte si va al campo a confrontarsi contro una realtà, Gallarate, che ha squadre eccellenza e una serie B importante, che presenta tanti ragazzi U19 che militano in serie C con doppio tesseramento.
Che per noi Rhodigium fosse una sfida difficile era risaputo, entrando nella top 32 in Italia del campionato U19 Gold era scontato che ogni contendente fosse di livello complessivo altissimo.
Entrare in luogo come il Pala Macchia per chi gioca a pallacanestro è sempre una grande emozione e lo è stato anche per i ragazzi, lo staff tecnico, amici parenti genitori dirigenti al seguito.
Il campo dice che Gallarate parte con il turbo, 6/7 da 3 sfruttando la maggiore fisicità per prendere tanti secondi tiri, ma i nostri ragazzi non mollano e a fine 1Q ricuciono lo strappo sfruttando meglio le risorse dalla panca ma un altro piccolo strappo riportava Gallarate sul +10 .
Il 2q è forse il più bello dalle gara, un testa a testa tra le 2 squadre. Rhodigium arriva più volte a un possesso di distanza, ma Gallarate riesce sempre con mini parziali a mettere 2-3 possessi di distanza.
L'emozione è vinta e si apre anche il canestro da 3 punti, le 2 squadre si combattono ogni pallone con giocate di alto livello e letture che puniscono ogni errore. La tripla sulla sirena dopo una spettacolare virata più passaggio no look di Gallarate manda al riposo le 2 squadre su un 35-29 che ci dice come i nostri ragazzi siano competitivi e abbiano giocato alla pari contro una squadra di
questi valori.
Il terzo quarto inizia con Gallarate che parte di nuovo fortissimo e torna avanti sul +10, ma il timeout di coach Migliorini rimette la squadra in carreggiata e punto dopo punto i nostri U19 tornano a contatto, il 3q è un testa a testa, Rhodigium rientra e diversi possessi dei nostri ragazzi per il riaggancio si spengono sul ferro, i lombardi sono più lucidi e riprendono ritmo offensivo, ancora Gallarate ci punisce da 3 punti sulla sirena del quarto per il +10.
Sono le ultime energie da mettere e si parte per il 4Q, Rhodigium arriva un paio di volte a -3, ma la lucidità inizia a venir meno, a metà 4Q Gallarate è sopra di un paio di possessi ma improvvisamente la benzina di testa e gambe finisce un parziale di 10-0 chiude di fatto il sogno della finale ai nostri ragazzi. A 3 minuti dalla fine coach Migliorini sceglie di dare come giusto la possibilità a tutti di toccare lo storico parquet fino alla sirena finale, che ci lascia la delusione e qualche lacrima della sconfitta, perché perdere non piace mai a nessuno, ma tanto orgoglio e la gioia di un viaggio che questi ragazzi e il loro staff tecnico hanno trasformato in un sogno che è diventato realtà a man mano che si compivano le tappe.
L'applauso tributato reciprocamente dalle 2 squadre rende onore a una partita che per 30 e passa minuti è stata bella, equilibrata e corretta, come dovrebbe essere nello sport giovanile.
Hanno gioito, pianto, esultato, si sono arrabbiati, si sono esaltati, ma sono rimasti sempre insieme, ieri e oggi, insieme in campo, insieme fuori, dove il destino ha tolto per gravi infortuni a 3 ragazzi di esserci dentro il campo per dare un contributo importante, ma a Livorno erano lì dietro il canestro a far famiglia insieme a chi giocava anche per loro, hanno dimostrato che lavorando con passione,
intelligenza e abnegazione i sogni possono diventare realtà.
Carlo Canton responsabile del settore giovanile maschile: “600 e passa km tra andata e ritorno, ma ne è valsa la pena percorrere ogni kilometro metro e centimetro per vivere una giornata così. Personalmente provo grande orgoglio nell'aver visto cosa hanno messo questi ragazzi dentro il campo e come hanno affrontato questo appuntamento che raramente squadre di basket giovanile maschile a Rovigo si sono guadagnate. E' chiaro, alla fine qualche lacrima è scesa perché ci credevamo tutti fino all'ultimo minuto e perdere non piace a nessuno, però da quando sono arrivato abbiamo sempre condiviso con staff tecnico e società l'idea che il percorso e il viaggio tecnico e umano di un gruppo debba andare aldilà del singolo colore di un referto di una partita di girone, di un derby, di un'interzona per andare alle finali nazionali, per cui siamo enormemente contenti e grati di quanto espresso da questi ragazzi e da chi li ha guidati a Livorno. Ci siamo confronti con un livello altissimo, torneremo a casa e cercheremo di migliorare il lavoro, la struttura e di conseguenza alzare il nostro livello perché lì ci vogliamo tornare ancora, il prima possibile con più gruppi possibili.”
Coach Migliorini che ha guidato i ragazzi con coach Colantoni in veste di assistente come durante la stagione al ritorno: "Non voglio parlare della partita di sabato sera, ma del magnifico viaggio che ci ha portati a Livorno. Si, è stato un viaggio lungo partito a Settembre con un gruppo di piccoli uomini uniti da una passione immensa per questo sport, dai valori umani incredibili. Hanno lottato, sudato, sono caduti e si sono rialzati, alcuni di loro che hanno contribuito enormemente si sono fermati ma sono sempre stati a fianco alla squadra dagli allenamenti fino all'ultima partita di Sabato. Noi a Rovigo storicamente partiamo sempre con un handicap perché dobbiamo sempre imparare per capire se possiamo stare ad un certo livello, passando prima per Padova e stavolta passando per il Veneto. La più grande qualità di questo ragazzi è stata quella di imparare, capire e adattarsi velocemente ogni volta che il livello si alzava. Siamo riusciti a passare i confini del Veneto entrando tra le prime 4, probabilmente non siamo ancora pronto per passare altri confini. Però non ho assolutamente nulla da recriminare: siamo arrivati a quella che è stata l'ultima partita dell'anno in una Fase Nazionale dove ci siamo promessi di essere noi stessi e di dare tutto per quello che avevamo fino in fondo. Da allenatore rodigino e loro 15/16 ragazzi di Rovigo lo dovevamo fare per noi, per il nostro percorso, per la nostra società, per la città che abbiamo orgogliosamente rappresentato in una storica Fase Nazionale che ci siamo conquistati sudando in palestra quasi tutti i giorni compreso il sabato
pomeriggio. Io non devo far altro che ringraziare il mio assistente Stefano Colantoni, tutti loro e anche i genitori che li hanno accompagnati e sempre sostenuti. Io ho cercato di essere la miglior guida possibile ma sono stati loro a ripagarmi facendomi vivere una stagione lunghissima che difficilmente dimenticherò.”
@Canton
Comments